Perché è così importante un animale? Qual è la sua funzione nella vita delle persone? Cosa riesce a dare di più o di diverso rispetto alla relazione tra le persone? Questi e molti altri sono gli interrogativi che mi vengono posti nell’ambito Interventi Assistiti con gli Animali (IAA). Molti sono i dubbi rispetto all’impatto che i nostri amici pelosi riescono ad avere nella vita del pz, ma ancora prima, oserei dire, nella nostra di vita. Il più delle volte, avanzati da chi, per diverse ragioni, non ha avuto questo grande onore di vivere appieno una relazione di questo genere. È bene evidenziare che, nell’ambito degli IAA, gli animali maggiormente coinvolti sono il cane, il cavallo, il gatto, l’asino e il coniglio. Ognuno di questi, per la propria etologia, riveste un ruolo particolare e differenziato in ogni tipo di intervento e a seconda della persona destinataria dello stesso. In questo articolo, voglio soffermarmi maggiormente sul cane e sul gatto per esaminare insieme a voi solo alcune delle motivazioni che permettono a questi due splendidi animali di riuscire, in maniera diversa e a volte contrapposta, ad entrare in contatto con le persone con una facilità disarmante.
Amore senza condizioni
La caratteristica dell’animale che spicca maggiormente è la loro capacità di amare incondizionatamente. Al di là della specie specifica, cane e gatto portano con sé la capacità di dare affetto e amore senza avere nulla in cambio, senza logica o razionalità, senza aspettative. In questo, al contrario di ciò che ci si aspetta, cane e gatto presentano, in modo diverso, questa grandecapacità, con un’unica differenza, voglio spingermi nell’affermazione: mentre il cane si concede all’umano in qualsiasi modo e in qualsiasi luogo, il gatto ha bisogno dei suoi tempi e di sentirsi libero di poter accedere alla relazione, senza costrizioni o obblighi, ma solo per il piacere di stare insieme.
Sintonizzazione emotiva
Ebbene sì, l’animale sente e percepisce lo stato d’animo della persona a cui si accompagna. Lo sentono con una grande facilità che a volte ci stupisce. Quante volte è capitato di ritrovarsi il proprio cagnolino o la propria gattina accovacciati vicino, in quello stesso momento in cui il proprio umore non era dei migliori, in quei momenti in cui si è provata tristezza, delusione, sconforto. Loro sentono e agiscono, senza che venga loro fatta alcuna richiesta. E questa stessa loro caratteristica fa sì che, in terapia, cane e gatto, in maniera diversa e attraverso diversi tipi di attività, riescono a stabilire un contatto emotivo con la persona, costruendo con lei una relazione reale e concreta fatta di riconoscimento reciproco: nello stesso modo in cui io vengo riconosciuto, riesco a mia volta a riconoscermi e a riconoscere l’altro.
Assenza di giudizio
Il cane non giudica, il gatto non ha pregiudizi e questa loro assenza di preconcetti fa sì che la persona riesca a fidarsi maggiormente di loro, riesca a sentirsi libera di poter essere se stessa in presenza di chi, in qualunque contesto o situazione, non potrebbe mai far loro del male. Un male emotivo, di quelli che ti fa chiudere a riccio a seguito di situazioni, magari ripetute, in cui ci si è sentiti valutati, giudicati, rimproverati. Un’assenza di giudizio che permette di costruire una relazione genuina: sono esattamente così come mi vedi, non devo fingere, non sento il bisogno di doverti nascondere parti di me per proteggermi. Una relazione che può far da modello per altre e future relazioni perché è attraverso questa che ci si da la possibilità di mettersi emotivamente in gioco.
Assenza di collusioni e resistenze
Nelle relazioni più intense capita spesso che una o più persone finiscano per colludere, senza volerlo, alle richieste implicite dell’altro, finendo per rafforzare quelle che possono essere le resistenze al cambiamento, alla guarigione. Situazione che si verifica nella vita quotidiana, tra le persone, così come in terapia, con il terapeuta, anch’esso umano per cui dotato di sentimenti ed emozioni che, talvolta, lo spingono ad avvicinarsi troppo e, a volte, troppo poco. Con l’animale ciò non avviene. L’istinto suggerisce loro quale mossa poter effettuare verso l’umano e la loro sensibilità li spinge a farlo nel momento esatto in cui sentono di poterlo fare, non un momento prima, non un momento dopo, anche se quello stesso momento non combacia con le aspettative della persona, anticipandone spesso il desiderio. L’elevata sintonizzazione e l’assenza di pregiudizi rende loro tutto più facile. Si buttano, senza paracadute, verso la relazione, perché non ne hanno bisogno: la loro natura permette loro di capire ancor prima della persona quando è il momento
giusto per fare o non fare qualcosa. E ci riescono, stupendoci, in pieno.